Il Decreto dignità è suddiviso in cinque Capi che riguardano :

  1.       le misure per il contrasto al precariato;
  2.       le misure per il contrasto alla delocalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali;
  3.       le misura per il contrasto alla ludopatia;
  4.       le misure in materia di semplificazione fiscale;
  5.       le disposizioni finali di coordinamento.

Con riferimento alle misure di carattere fiscale questi sono i punti che il  “decreto dignità”  modifica.

Recupero iperammortamento in caso di delocalizzazione degli investimenti

Il “Decreto dignità” prevede che se nel periodo di fruizione del beneficio i beni agevolati vengono ceduti a titolo oneroso o destinati a strutture produttive situate all’estero, anche se appartenenti alla stessa impresa, si procede al recupero dell’iperammortamento. Tale recupero avviene attraverso una variazione in aumento del reddito imponibile del periodo d’imposta in cui si verifica la cessione a titolo oneroso o la delocalizzazione degli investimenti agevolati, per un importo pari alle maggiorazioni delle quote di ammortamento complessivamente dedotte nei precedenti periodi d’imposta, senza applicazione di sanzioni e interessi. Le nuove disposizioni si applicano agli investimenti effettuati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legge in commento, ovvero successivamente al 14 luglio 2018.

Misure di contrasto alla ludopatia

L’articolo 9, del “Decreto dignità”  facendo salve le restrizioni già introdotte dal legislatore, vieta qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse, comunque effettuata e su qualunque mezzo; per i contratti di pubblicità in corso al 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del decreto-legge in esame) si prevede che continui ad applicarsi la normativa previgente, fino alla loro scadenza, e comunque per non oltre un anno dalla medesima data. La disposizione, a partire dal 1° gennaio 2019, estende il divieto di pubblicizzare giochi e scommesse anche alle sponsorizzazioni. La violazione dei divieti comporta la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e, in ogni caso, non inferiore a 50 mila euro per ogni violazione.

Disposizioni in materia di redditometro

L’articolo 10 del “Decreto dignità” reca disposizioni finalizzate a modificare l’istituto dell’accertamento sintetico del reddito complessivo (cd. redditometro), introducendo il parere dell’Istat e delle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Contestualmente viene abrogato il decreto ministeriale contenente gli elementi indicativi necessari per effettuare l’accertamento.  Il redditometro rappresenta per l’amministrazione finanziaria uno strumento di accertamento di tipo sintetico che si basa sulla capacità di spesa di un individuo: si parte dall’elemento certo di spesa per arrivare all’elemento da determinare che è il reddito accertato. La possibilità concessa all’Amministrazione finanziaria di inviare ai contribuenti delle richieste informative, tramite anche questionari da compilare, sottoscrivere e restituire, è generalmente anche indicata con l’espressione “potere-questionario” del Fisco. Trattasi di un particolare potere dell’Amministrazione finanziaria, che è stato potenziato dalla Manovra d’estate del 2006, meglio conosciuto come il decreto Visco-Bersani (D.L. n. 223/2006), con lo scopo di incrementare il patrimonio conoscitivo-informativo dell’Amministrazione finanziaria. Con l’art. 22, del D.L. n. 78/2010,  sono stati sostituiti il comma 4 ed i seguenti, dell’art. 38, del D.P.R. n. 600/1973, che storicamente recano la disciplina dell’accertamento sintetico, di cui il redditometro costituisce una sottospecie.

Le novità sullo split payment per i professionisti

L’articolo 12 del “decreto dignità” prevede l’abolizione del meccanismo della scissione dei pagamenti, split payment, per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte (in sostanza, i compensi dei professionisti).

Abrogazione della società sportive dilettantistiche

L’articolo 13 del “Decreto dignità” sopprime le previsioni introdotte dalla legge di Bilancio 2018, in base alle quali le attività sportive dilettantistiche potevano essere esercitate anche da società sportive dilettantistiche con scopo di lucro e abroga le agevolazioni fiscali a favore delle stesse introdotte dalla medesima legge. Inoltre, istituisce un nuovo fondo destinato a interventi in favore delle società sportive dilettantistiche, in cui confluiscono le risorse rinvenienti dalla suddetta soppressione.

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