La web tax europea si applicherà ai ricavi ottenuti dalle attività in cui gli utenti svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di valore e che sono i più difficili da quantificare con le norme fiscali in vigore (ad esempio i ricavi generati dalla vendita di spazi pubblicitari online – caso Google -, da attività di intermediazione digitale o ottenuti dalla vendita di dati generati da informazioni fornite dagli utenti – caso Facebook). L’imposta sarà riscossa dagli Stati membri in cui si trovano gli utenti e si applicherà solo alle imprese con ricavi annui complessivi a livello mondiale di 750 milioni di euro e ricavi nella Ue di 50 milioni di euro. Questo contribuirà a far sì che le start-up e le scale-up più piccole siano esonerate dall’imposta. Secondo le stime, se sarà applicata a un’aliquota del 3% (quella che sembra più probabile ad oggi), l’imposta potrà generare un gettito per gli Stati membri superiore ai 5 miliardi di euro all’anno ed evitare lo spostamento dei profitti generati online in paesi a fiscalità privilegiata.
Commercialista Telematico